La foto rappresenta una figura bidimensionale sospesa nell'aria da un intreccio di cavi che, se osservata da una certa prospettiva, è in grado di dare l'effetto tridimensionale che si può notare.
In analogia, anche i social media sono ambienti "sorretti" da una rete (internet) e se "visti" da una certa prospettiva, possono rivelare opportunità da sfruttare.

24 mar 2009

YouTube per il Business

Oggigiorno rappresenta di certo la piattaforma di condivisione video più popolata di tutto il web, con i suoi 200.000.000 di utenti unici al mese.
Quello che YouTube offre, è la possibilità per chiunque di gestire un vero e proprio canale video, apportando ogni sorta di contenuto, ovviamente nel rispetto delle regole imposte.


Il canale YouTube è il mezzo attraverso cui ogni utente, oltre ad apportare video, ha la possibilità di interagire con gli altri membri della piattaforma e con i loro contenuti. Vediamo ora quali soluzioni dedicate YouTube mette a disposizione per aziende, privati e chiunque altro abbia intenzione di cogliere le opportunità di questo mondo.

BRAND CHANNEL
Strutturalmente simili ad un canale normale, i Brand Channel sono caratterizzati da elementi grafici personalizzabili e da funzionalità dedicate. E' possibile infatti apportare ontenuti editoriali, link "bannerizzati" verso un proprio sito web e molto altro; se volete approfondire: "Creazione di un canale brand".
Poter sfruttare i privilegi di un YouTube Brand Channel non è certo alla portata di tutti, infatti i costi per usufruire di tale servizio sono piuttosto alti, come si può notare da questo "listino" (seppur faccia riferimento ai soli StatiUniti).



Ho riportato alcuni esempi di Brand Channel relativi a differenti aree d'interesse, in modo tale da dare un'idea di quanto YouTube sia considerato uno tra i principali strumenti di comunicazione video a prescindere di ciò che si voglia trattare:
No profit: WWF Italia, Save the Children Italia, World Food Programme ...
Musica: Fabri Fibra, Eros Ramazzotti, Lorenzo Jovanotti ...
Sport: Sampdoria WebTV, Inter, Superbike ...
Intrattenimento: XFactorItalia, Radio105Network, EaglePictures ...
Reti Televisive: RAI, La7, Odeon ...
Informazione: RaiNews24, StaffGrillo, QuotidianoNet ...
Prodotti di Consumo: Emporio Armani Parfums, Diesel, Enel ...
Religione: The Vatican ...
Politica: Camera dei deputati, Barack Obama, ...
Grande distribuzione: MediaWorld Channel, IKEA, ...

ORGANIZZAZIONE DI UN CONCORSO
Conosciuti come contest, consistono in competizioni organizzate esclusivamente da coloro che gestiscono un BrandChannel. A questi concorsi può aderire chiunque abbia voglia di condividere la propria creatività con la realizzazione di un video il cui oggetto deve essere specificato nel bando di concorso. Tutti i contest hanno una data di inizio e una di fine, periodo nel quale i partecipanti potranno apportare contenuti che verranno valutati dagli utenti, riuscendo così ad individuare a fine concorso un vincitore che verrà ricompensato secondo quanto definito dallo stesso bando.
I contest sono un ottimo strumento per rinforzare il rapporto con parte della community, coinvolgendo direttamente utenti il cui unico desiderio potrebbe semplicemente essere quello di farsi notare o di divertirsi nella creazione di uno spot. Per approfondire: "Organizzazione di un concorso".

ANNUNCI
Rappresentano una serie di soluzioni dedicate per fare "esplicito" marketing su YouTube.
Alcune di queste sono attive solo per gli Stati Uniti, ovvero:
- Annuncio video di YouTube a riproduzione automatica standard;
- Annuncio video di YouTube click-to-play standard;
- Annuncio video di YouTube espandibile a riproduzione automatica;
- Annuncio video di YouTube espandibile click-to-play;
- Unità masthead sulla home page;
Altre invece sono accessibili anche al "resto del mondo", Italia compresa:
- Annunci banner standard;
- Annunci Rich Media;
- Annunci InVideo su YouTube;

"PARTNER PROGRAM"
Per chi apporta frequentemente video di successo (visti da migliaia di persone), YouTube ha istituito un "Partner Program" offrendo la possibilità ai rispettivi canali di guadagnare grazie ai loro numerosi spettatori. Non tutti però hanno la possibilità di accedere a questo programma, vengono accettati solo i canali che secondo YouTube rispettano i criteri voluti.

Ovviamente tutte queste soluzioni potrebbero rivelarsi forse un po' troppo per piccole o medie realtà aziendali, ricordo che comunque un qualsiasi canale YouTube base, rimane un'ottima soluzione per chiunque voglia condividere contenuti video (pubblicità, interviste, spettacoli, eventi, etc..), dando loro visibilità. L'importante è creare video interessanti, ovvero che siano in grado di attirare e stimolare l'attenzione degli utenti.
Ecco alcuni link che potrebbero esservi utili: "Ottimizzazione video caricati", "Guida YouTube", "YouTube sul tuo sito", "TestTube", "Strumenti per sviluppatori", "AdvertiseChannel".

19 mar 2009

"Orecchie aperte" sul Word of Mouth

Per Word of Mouth (in italiano passaparola), si intende la diffusione di informazioni tra persone. Se originariamente era rivolto al solo dialogo vocale, oggi è qualcosa di molto più articolato, grazie alle tecnologie che disponiamo come l'e-mail, la chat, i blog etc..
Internet grazie in particolar modo al web 2.0, rappresenta una vera e propria autostrada del passaparola, offrendo una miriade di soluzioni per interagire e incentivando la propagazione di questa "attività".
Milioni e milioni di persone comunicano ogni giorno tra di loro direttamente e indirettamente attraverso internet, scambiando idee, pareri e valutazioni, raccontando proprie esperienze, condividendo punti di vista riguardo a tutto ciò che vivono fuori e dentro la rete.
Questa condivisione di idee, pareri, giudizi etc. viene definito Buzz ovvero mormorio (brusio) e ha la potenzialità di dare rilievo e visibilità a tutto ciò che viene trattato.
Tanto per rendere il concetto più tangibile, poniamo l'esempio dei blog; ogni post che viene scritto su un qualsiasi argomento, rappresenta un passaparola che entrerà a far parte di quel brusio tale da enfatizzare (positivamente o negativamente) l'argomento in questione, dandogli una certa visibilità (sulla rete).
Per argomento, intendo l'oggetto del passaparola che può trattarsi di una tematica generica, ma può anche far riferimento a specifiche realtà, offrendo a coloro che popolano la rete una certa visione sulle stesse.
Prendendo in considerazioni alcuni dati riportati dall'Osservatorio Multicanalità (un'iniziativa lanciata da Nielsen, Nielsen Online, Connexia e School of Management del Politecnico di Milano), emerge quanto i consumatori siano sempre più orientati a consultare ciò che le persone "dicono in rete" (Word of Mouth) prima di effettuare un acquisto nei confronti di un prodotto o servizio offerto.
Da questo è facile capire quanto questo fenomeno possa risultare strategico in una realtà commerciale che sarà indotta (se gia non lo è) a prendere atto di ciò che si mormora sulla rete, cercando di ottenere condizioni tali da poter indirizzare i consumatori verso di se.
Esistono anche alcuni strumenti per riuscire a monitorare questi Buzz in modo tale da ottenere una visione più completa riguardo a come si è visti sulla rete.
Alcuni di questi sono rivolti al "mormorio" prodotto su specifiche piattaforme di interazione, altri invece, più sofisticati, sono in grado di dare una visione più completa, rivolta alla rete intera (social networks, blogs, forum etc..). Ecco alcuni esempi:
- BuzzMetrics Services (by Nielsen Online);
- Trackur;
- Techrigy;
- Radian6;
- Visible Technologies;
- ...
Gli strumenti appena elencati sono molto sofisticati e di conseguenza piuttosto costosi, adatti principalmente alle esigenze di grandi aziende che hanno necessità di monitorare il Buzz, costantemente e su larga scala. Piccole e medie realtà (nella maggior parte dei casi) possono limitarsi ad usare gli strumenti di ricerca che trovano sulle singole piattaforme di condivisione o attraverso tradizionali motori di ricerca.
Monitorare il fenomeno, non significa però averne il controllo, soprattutto considerando il fatto che non vi è possibilità di veicolarlo (almeno in parte). Questa caratteristica va pienamente a favore dei consumatori che hanno la potenza di esprimere liberamente le proprie idee disponendo così di una visione più trasparente.
Si è vero, vi è la questione riguardo a blogger pagati da aziende per pubblicizzare determinati prodotti o servizi, ma questo non impedisce a chiunque altro di controbattere o di dire il vero nel caso si dicano falsità; è quindi molto difficile far passare una cosa per un altra, senza che nessun'altro intervenga.
Caso ecclatante sono i Review Site o i Rating Site, ovvero siti che offrono la possibilità agli utenti di volutare liberamente qualsiasi cosa: persone, aziende, prodotti o servizi a seconda di quale sia l'oggetto del sito in questione (vedi per esempio TripAdvisor incentrato sulla valutazione di accomodazioni turistiche).
Infine alcuni consigli su come comportarsi per riuscire ad ottenere a proprio vantaggio un passaparola positivo:
- Trasparenza nelle azioni e in ciò che si offre (mai omettere informazioni che l'utente dovrebbe sapere);
- Veridicità nei contenuti e nelle notizie che si diffondono;
- Sfruttare i Buzz negativi, ma veri come spunto per ottimizzare e migliorare ciò che si offre;
- Rispondere ai Buzz negativi, ma falsi dimostrando il contrario ed esponendo il proprio punto di vista;
- Dare riconoscenza a chi parla bene di voi (che può essere anche solo un grazie o magari un "buono sconto", dipende dai casi);
- Se si decide di apportare giudizi positivi sul proprio conto fingendosi (o pagando) terze parti, puntare sull'enfatizzare aspetti veritieri, se anche magari pochi, piuttosto che esagerare con falsità o inesattezze.

17 mar 2009

Inbound Marketing: farsi trovare dai clienti

Non si tratta di una nuova tecnologia, bensì di un nuovo approccio nel fare marketing, che si differenzia da quello tradizionale (outbound marketing) focalizzandosi non più sulla ricerca di clienti, quanto nel farsi trovare dagli stessi.
Nel marketing tradizionale rientrano tutte quelle attività, quali per esempio: pubblicità televisiva e radiofonica, cold calling, opuscoli pubblicitari inviati nelle case, le fiere, lo spam via e-mail, etc..
Tutte tecniche che molto spesso (non sempre) possono risultare invadenti (interrompendo ciò che fanno le persone) ed essere rivolte ad un pubblico generico (non targettizzato), quindi considerando anche i costi che queste comportano, il ritorno non sempre risulta essere soddisfacente.


L'Inbound Marketing invece verte in sostanza su 3 componenti dominanti, ovvero:
1) Contenuti: la materia prima, ciò che deve attirare l'attenzione dei clienti (e/o potenziali c.);
2) Search Engining Optimization (e SMO): tecniche per facilitare i clienti (e/o potenziali c.) nel trovare i contenuti - un esempio: aumentare la visibilità del proprio sito web sui motori di ricerca, ma non solo;
3) Social Media: tutte quelle piattafome usate per diffondere ed enfatizzare i contenuti, che acquisiranno ulteriore valore grazie all'interazione con i clienti (e/o potenziali c.).
Tutte componenenti strettamente legate tra loro e che devono essere gestite con trasparenza, veridicità e costanza.


I risultati che si otterranno saranno di certo qualitativamente migliori, rispetto ad un approccio Outbound, nel senso che oltre a dover sostenere costi di gran lunga inferiori (a parità di risultato), si riuscirà a raggiungere, anzi ad essere raggiunti da coloro che hanno interesse, non interrompendo le loro azioni, ma anzi instaurando un canale comunicativo voluto e bidirezionale.

16 mar 2009

Sfruttare Facebook senza esserci dentro

Premettendo che voler adottare Facebook per la propria attività, senza averlo mai provato, non penso possa rivelarsi una grande "mossa", salvo che non vi sia qualcun'altro a guidarvi. Come in tutti i social media, anche in Facebook, seppur ci si è dentro non sempre è facile riuscire ad avere una visione completa su come le persone interagiscono e su quali dinamiche ci si potrebbe concentrare, anche per il fatto che questi ambienti sono in costante evoluzione (beta perpetuo); figuriamoci se non ci si è mai entrati dentro cosa si possa capire.
Comunque sia, Facebook permette di creare e gestire pagine pubbliche e campagne pubblicitarie, richiedendo solamente una e-mail, una password e una data di nascita, concedendo così l'usufrutto di un cosiddetto "business account".
Per poter sfruttare questa tipologia di account, seguendo un percorso guidato bisogna prima creare una pagina o una inserzione pubblicitaria, il cui processo di creazione terminerà con la richiesta dei dati citati. Ecco un paio di link che vi guideranno:
Creazione pagina --> http://www.facebook.com/pages/create.php
Creazione pubblicità --> http://www.facebook.com/ads/create/
Chiunque disponga gia di un account personale, non ha modo di crearne uno business, e probabilmente neanche l'esigenza visto che è in grado di poter far fronte a tutto quello che può l'altro; oltre al fatto che i Termini di Utilizzo permettono ad ogni individuo l'adozione di un unico account, caso contrario, si rischia di essere "buttati fuori" dalla piattaforma.
Un account business non ha la possibilità di crearsi un network di contatti e neanche di essere individuato con lo strumento di ricerca, dispone solamente di un accesso al sito limitato a ciò che riguarda la propria pagina o la propria inserzione creata.
Per trasformare un account business in un account personale bisogna seguire una piccola e facile procedura nella quale si richiedono le informazioni mancanti, bisogna però ricordarsi che non sarà più possibile tornare indietro; Facebook infatti non permette di trasformare un account personale in uno business.

9 mar 2009

Presenziare Facebook

Molte sono le realtà aziendali e non, che hanno preso parte sulla piattaforma social network più discussa del momento, anche se come si può ben notare non tutti hanno chiaro come vada sfruttata e cosa sia possibile fare.
I motivi per cui un'azienda (o una qualsiasi organizzazione, ente, etc..) possa essere interessata ad entrare su Facebook, sono innumerevoli e a seconda di quali siano le esigenze e gli obiettivi, sarà possibile scegliere l'approccio ottimale.
Per coloro che provengono da un ambiente MySpace (ma non solo), il modo più "automatico" di apparire sulla piattaforma, è quello di creare un account con la denominazione del proprio brand, della propria attività o del proprio servizio/prodotto offerto.
Apparire in Facebook, sfruttando un profilo utente, può di certo avere dei riscontri positivi, potendo accedere a tutti i dati e alle informazioni che i rispettivi contatti apportano al loro profilo, ma proprio questa peculiarità potrebbe rivelarsi troppo invadente per alcuni utenti, rischiando così di allontanarli. Questo è comprensibile anche per il fatto che dietro ad un account "brandizzato" potrebbe "nascondersi" chiunque.
Facebook riserva alle aziende (ma non solo) profili dedicati comunemente chiamati "pagine Facebook" o "profili pubblici" con cui gli utenti possono instaurare una relazione diventandone "fan", senza che chi gestisce la pagina abbia accesso alle loro informazioni personali.
Per dare ufficialità alle pagine, Facebook pone una clausula alla loro creazione, ovvero:
"Solo un rappresentante autorizzato di una marca, organizzazione o persona può creare una pagina Facebook per tale soggetto. Le pagine false e le pagine dei fan non ufficiali violano le nostre Condizioni d'uso. La creazione di pagine non autorizzate o la violazione delle nostre Condizioni d'uso può comportare la chiusura dell'account della persona responsabile."
Le pagine sono di certo la soluzione più adatta per creare un legame diretto nei confronti di un pubblico, attraverso queste è possibile apportare varie tipologie di contenuti (interni o esterni alla piattaforma), sfruttando le innumerevoli applicazioni liberamente fruibili o creandone di nuove, per specifiche necessità.
Da pochi giorni, le pagine Facebook, hanno subito grossi cambiamenti (assomigliando sempre più ai profili personali) e alcune delle novità non sono ancora visibili; se volete approfondire:

La creazione di un gruppo, rappresenta un altro interessante approccio, ma che non deve essere adottato come strumento di presentazione, offrendo limitate possibilità in questa direzione. Questo mezzo di aggregazione è destinato ad incentivare e a stimolare l'interazione tra gli utenti, volta ad uno specifico argomento deciso ed imposto dal creatore e dagli amministratore del gruppo.
Qualunque sia la strada che si voglia prendere è bene crearsi un proprio account personale, in modo da poter capire, gestire, testare e intraprendere l'approccio che maggiormente rispecchia le proprie esigenze.

3 mar 2009

Customer Feedback Forum

Come potrete notare, da oggi sul lato sinistro di questo stesso blog, vi è una piccola icona rossa con la scritta "feedback" in bianco. Quella che vi sto per presentare è una applicazione creata dalla Uservoice (società californiana), il cui scopo è quello di fornire un sistema dinamico e utile per la gestione dei feed rilasciati dagli utenti.
In poche parole, permette di creare uno spazio di interazione nei confronti di un certo pubblico, voglioso di "collaborare" con l'azienda o con chiunque altro abbia adottato il servizio sul proprio website. Questo spazio viene definito "Feedback Forum" e gli elementi principali che lo compongono sono: il tema generale (su cui verterà l'intero feedback), le idee apportate dagli utenti, i commenti (relativi ad ogni singola idea proposta) e i voti alle idee (da 0 a 3) .


In questo modo, si potrà utilizzare la piattaforma per richiedere pareri, consigli e proposte agli utenti, sfruttando la loro collaborazione in modo da migliorare i servizi e/o i prodotti offerti.
I commenti e i voti sono elementi molto importanti perchè danno peso e valore alle idee proposte, in modo da riuscire ad avere sempre una sorta di scala prioritaria.
Attualmente il servizio non è disponibile in lingua italiana, ma è piuttosto facile ed intuitivo da usare; è possibile inoltre scegliere tra varie tipologie di account, a seconda delle esigenze (l'unico non a pagamento è quello base che prevede l'utilizzo di un solo forum con un massimo di 500 voti mensili).
Gli utenti che intendo apportare il proprio contributo sono tenuti a logarsi o mediate una classica form di registrazione oppure sfruttando i dati di accesso relativi ad altre piattaforme come Facebook, MySpace, AOL, etc, in modo da rendere l'utilizzo del servizio, più veloce e meno "impegnativo".


Penso che strumenti come questo verranno presi in considerazione sempre più, optando così verso una qualità del feedback ottenuto, piuttosto che sulla quantità.
Oltre a quello che ho predisposto per questo blog, a cui potrete accedere cliccando qui a sinistra, vi linko un'altro esempio a cui dare un'occhiata, ovvero una demo predisposta dalla UserVoice.

2 mar 2009

Parola d'ordine: Condividere

"Segnala ad un amico", "Dillo ad un amico" o "Invia ad un amico" sono messaggi che probabilmente col passare del tempo verranno dimenticati dal web, anche se attualmente è facile vederne ancora.
Spesso affiancati ad articoli, post (nei blog), fotografie, video o qualsiasi contenuto sia a disposizione sul web, sono stati i "pulsanti" che fino ad oggi ci hanno permesso di segnalare ad uno o più amici una certa informazione attraverso l'ausilio della posta elettronica.
Tutto questo è reso possibile seguendo una breve procedura che di solito consiste nel cliccare sull'icona in questione e compilare una form con nome e e-mail del destinatario e del mittente per poi aggiungere eventuali commenti alla notizia.
Lo strumento in questione è ancora pienamente funzionale visto che tutti continuano ad usare l'e-mail e di certo questo facilita e velocizza l'invio e la propagazione di informazioni.
Ma perchè quindi questo utile strumento dovrebbe scomparire?
In realtà non sta scomparendo, ma sta evolvendo in strumenti di nuova generazione che permettono di condividere contenuti su piattaforme social media (Social Networks, Bookmarking, Blog, etc...), innescando una esponenziale propagazione informativa.
Questo vuol dire che se io per esempio condivido sul mio profilo Facebook una certa notizia è perchè penso che oltre che a me possa essere d'interesse ad alcuni dei miei contatti, senza doverli selezionare a priori.


L'elemento da me condiviso verrà notificato in modo automatico attraverso un feed, all'intero mio network di amici, ma ovviamente riceverà le attenzioni solo di alcuni che a loro volta potrebbero però essere spinti per gli stessi motivi a condividere tale notizia con i rispettivi contatti.
I vantaggi che si ottengono adottando tali strumenti per la condivisione di contenuti sono:
- Facilitare e incentivare l'utente a condividere;
- Dare maggiore visibilità al contenuto stesso;
- Favorire nuovo traffico nei confronti del sito che ospita i contenuti (Social Media Optimization);
- Dare visibilità a chi ha generato il contenuto (Brand Management per le aziende).
In un'ottica di marketing, questi strumenti di condivisione, possono anche rivelarsi strategici e talvolta fondamentali per far fronte alle esigenze e al modo di usare la rete dei propri stakeholder.
Quelli che ho definito strumenti di condivisione, in realtà sono sostanzialmente "link" che portano in modo dinamico alle rispettive piattaforme Social Media preimpostate per la condivisione di contenuti.


Per facilitare tutto ciò e per dare la possibilità agli utenti di condividere i contenuti su di una più alta varietà di piattaforme, sono a disposizione sulla rete alcuni strumenti in grado di aggregare una moltitudine di questi "link", eccone alcuni esempi: AddThis (che ho adottato in questo blog), ShareThis e Grouptivitiy.