La foto rappresenta una figura bidimensionale sospesa nell'aria da un intreccio di cavi che, se osservata da una certa prospettiva, è in grado di dare l'effetto tridimensionale che si può notare.
In analogia, anche i social media sono ambienti "sorretti" da una rete (internet) e se "visti" da una certa prospettiva, possono rivelare opportunità da sfruttare.

26 mag 2009

Un Corporate WebSite nell'era dei Social Media

Dopo aver letto su Mashable un post intitolato "Is Social Media Making Corporate Websites Irrilevant?", voglio provare a rispondere anche io a questa domanda.
Il post prende in considerazione un caso specifico legato ad una certa campagna pubblicitaria, che seppur molto interessante, non voglio prendere in considerazione.
Quello su cui mi voglio soffermare è ciò che rapprensenta un Corporate Website per l'azienda stessa e per i suoi utenti nell'era di Facebook, YouTube, Twitter e di tanti altri Social Media.
Gia da qualche anno, il disporre di un sito web rappresenta per un azienda una vera e propria necessità per dare credibilità, trasparenza e "colore" alla propria immagine oltre a rappresentare un canale per divulgare informazioni specifiche ai propri utenti.
Con la diffusione dei Social Media, le cose non sono radicalmente cambiate, anzi, nessuna azienda si sognerebbe mai di abbandonare il proprio sito web per una pagina Facebook, MySpace o quant'altro, ma di certo entrambe i canali dovranno continuare a svilupparsi simultaneamente, rigorosamente linkati l'uno con l'altro, in modo da raggiungere in entrambe le vie, una maggiore odience.
E' molto importante che l'immagine di un'azienda sul web, continui ad evolvere seguendo i trend del momento ovvero seguendo l'evoluzione di come gli utenti si approccino alla rete in modo da facilitare ed indurre il più possibile il legame tra le due entità.
Questo vorrà dire, che se per esempio, devo pubblicare delle notizie sul mio sito, potrei adottare un blog (interno o "affiancato" allo stesso sito) permettendo ai miei utenti di seguirne il feed via rss o atom; se devo invece pubblicare dei video o delle foto, potrei sfruttare YouTube o Flickr, dando visibilità ai miei contenuti sulle medesime piattaforme e allo stesso tempo potendoli divulgare anche dal mio sito personale.
Altra "manovra" importante è quella di rendere i contenuti del sito condivisibili su piattaforme Social Media, per esempio sfruttando strumenti come AddThis di cui ho parlato in un vecchio post: "Parola d'ordine: Condividere", in modo tale da permettere e indurre una certa viralità dei contenuti considerati interessanti dagli utenti.
Oltre a tutte le interazioni che il sito web possa avere con contenuti Social Media e viceversa, penso che comunque detenga un ruolo di ufficialità, trasferibile se ben gestita anche ai canali ad esso collegati, come per esempio ad una pagina Facebook, che deve rappresentare un canale complementare e non sostitutivo.
Un ultima considerazione che tenevo a fare, sta nel fatto di limitare se possibile tutte quelle pagine (molto spesso create in flash) tanto creative quanto inusabili che trasformano talvolta il sito in una vera e propria caccia al tesoro, inaccessibile se effettuata con dispositivi di tipo mobile; se ogni giorno vengono promossi nuovi servizi e soluzioni per la navigazione mobile, un motivo ci sarà... seguite i trend!

19 mag 2009

La Mercanti, Social Media Customers Relations

Seconda testimonianza: "A Social Media Story..":



Sfruttare questi nuovi canali comunicativi per migliorare e intensificare i rapporti con i propri clienti attuali e potenziali; è ciò che Marco Olivieri (Founder & CeO La Mercanti Srl e lo store Offique.com), racconta al pubblico di Social Media View, motivando e argomentando il come e il perchè abbiano deciso di intraprendere questa strada.

9 mag 2009

TUI.it, Approccio ai Social Media

Prima testimonianza "A Social Media Story..":


Giulia Ventrucci, "marketing e PR" presso TUI.it (azienda che opera nel settore turistico, principalmente online) racconta in modo trasparente, il come e il perchè i Social Media siano un importante e strategico "elemento" nella loro attività.

30 apr 2009

Presentazione: "A Social Media Story.."

Ho lanciato ieri pomeriggio un'attività di raccolta "testimonianze" (A Social Media Story..) che mira alla condivisione di esperienze incentrate su quello che i social media sono in grado di offrire in un ottica di business o a miglioramento di un qualsiasi prodotto o servizio offerto.


Il fine è quello di ottenere una base informativa utile a comprendere meglio queste nuove opportunità.
Se siete interessati e volete lasciare una vostra testimonianza, contattatemi: marco.roncone@gmail.com.

27 apr 2009

SocialUp: ..per sviluppatori di Social Application

SocialUp è il programma nato dalla partecipazione di TOP-IX al Social Application Program di Sun Microsystems.


Gli accessi al programma SocialUp Free sono limitati, ovvero destinati ai primi 250 sviluppatori che effettueranno la registrazione.
Per ulteriori informazioni, accedere alla seguente pagina.

20 apr 2009

Il primo Facebook Developer Garage italiano

Dopo essere stato avvistato un centinaio di volte in oltre 45 città di tutto il mondo, il 23 aprile 2009 sarà la volta di un Facebook Developer Garage in Italia.
Precisamente a Milano, dalle 9.30 alle 16.30, nei Chiostri di San Barnaba (via San Barnaba, 48), l’evento (powered by Intel) sarà ospitato da Mikamai che attualmente si sta occupando di tutta l’organizzazione e il coordinamento per una buona riuscita.
Il Facebook Developer Garage, nasce con l’intento di fornire un legame di collaborazione tra la piattaforma Facebook e i suoi fruitori, non è destinato solo a sviluppatori ma anche a coloro che sono interessati a capire come sfruttare la piattaforma in ambito marketing/comunicazione, sentendolo raccontare da persone che gia stanno sfruttando Facebook in questa direzione.
La giornata sarà infatti suddivisa in due parti, la mattinata incentrata sullo "sviluppo", mentre nel pomeriggio si affronteranno tematiche più orientate verso il marketing (programma).
L’evento sarà anche scenario del primo “Facebook Sumo App”, ovvero di una sfida che vedrà come partecipanti, un numero massimo di sei sviluppatori che per vincere dovranno realizzare l’applicazione considerata, da una giuria, migliore rispetto le altre.


I 300 posti a disposiazione sono stati tutti accaparrati poco dopo le 48 ore dall'apertura delle registrazioni online, questo è senz'altro ricondubile ad un indice di forte interesse nei confronti di tale evento che ha conquistato l'attenzione di numerose grandi realtà aziendali. Per coloro che non avranno la possibilità di partecipare all'evento fisicamente, sarà comunque disponibile una diretta streaming.

17 apr 2009

Per un "Facebook degli Utenti"

Come ho raccontato, in un piccolo post (Utenti Facebook alle "urne") sul blog del "Facebook Developer Garage Milano", ieri sera Mark Zuckerberg (fondatore di Facebook) ha annunciato il primo "user vote", gia in corso da oggi.
Volevo quindi esporre alcune mie impressioni, sull'importanza di tale manovra, che vede un incontro diretto o ancor meglio una collaborazione reciproca tra piattaforma e utenti.
Tale scelta è ricaduta sul fatto che una grossa percentuale di utenti abbia manifestato disappunto sui "Termini di Utilizzo", lo stesso Zuckerberg dichiarò infatti il 26 marzo 2009 di voler iniziare un percorso di collaborazione con gli utenti per riuscire a migliorare quello che è la "governance" attuale di Facebook, creando tanto per iniziare due gruppi di discussione nei quali poteva partecipare chiunque volesse riportare in modo costruttivo proprie considerazioni:
- Facebook Town Hall: Proposed Facebook Principles (link);
- Facebook Town Hall: Proposed Statement of Rights & Responsibilities (link).
Da questi gruppi sono stati estrapolati due rispettivi documenti ovvero: i "Principi di Facebook" (link) e la "Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità" (link).
Quello che si chiede agli utenti è quindi di scegliere se prendere in considerazione questi documenti rispetto agli attuali "Termini di Utilizzo" (redatti interamente da Facebook senza considerare commenti provenienti da terzi) nella "governance" di Facebook.
Considerando il fatto che l'esito di queste votazioni, avrà valenza solo se voteranno almeno il 30% degli utenti attivi (ovvero che si sono logati sulla piattaforma negli ultimi 30 giorni), vorrà dire che in base alle cifre dichiarate da Facebook (oltre 200 milioni di utenti attivi), serviranno almeno 60 milioni di voti.


Il giorno di chiusura delle votazioni sarà il 23 aprile 2009, e considerando gli attuali 70.800 voti (circa) direi che bisogna iniziare a spargere voce, per esempio condividendo questo post direttamente su Facebook e ... votate!

15 apr 2009

Creare un nuovo network in Facebook

Ogni utente Facebook ha la possibilità di identificarsi in uno o più network (reti), che sono sostanzialmente suddivisi in 4 aree:
- Regional Network (area geografica);
- Work Network (sfruttato dalle aziende);
- College Network (scuola superiore);
- High School Network (università).
Si è in grado di impostare e gestire i network di appartenenza, dalla propria sezione Account Setting -> Networks.
Nel caso non esistesse una certa rete di vostro interesse tra quelle disponibili, vi è la possibilità di proporne di nuove direttamente dalla piattaforma compilando una form; una volta inviato il suggerimento però questo dovrà poi essere approvato.
Nella form, vanno inserite alcune informazioni, diversificate in base all'area di interesse cui il network corrisponde:

Area Geografica

Lavoro

Università

Scuola Superiore

Se volete approfondire, consultate l'area del centro assistenza dedicata ai network, magari impostando "English(US)" come lingua del vostro Facebook, avendo così una più ampia disponibilità di nozioni.

8 apr 2009

BuzzMetrics: presentazione

Avevo gia citato BuzzMetrics in un post passato ("Orecchie aperte" sul Word of Mouth), parlando di strumenti per il monitoraggio del buzz.
Martedì mattina ho avuto il piacere di assistere a Milano, ad una presentazione di questo strumento, presso Nielsen Online, nel corso della quale Cristina Papini (Sales & Project Manager Nielsen Online) ha fornito informazioni riguardo al prodotto, lanciato in Italia poco più di un mese fa.
Per capire di cosa si tratta ho allegato la presentazione:


Le piattaforme da cui BuzzMetrics estrae e analizza i contenuti (come visibile nella slide 5) sono attualmente Forum, Blog e NewsGroup, ma vi saranno presto sviluppi nei confronti di Twitter (piattaforma di microblogging che dopo il successo negli Stati Uniti, sta prendendo piede anche in Italia) e del popolarissimo Facebook.
Una precisazione che tenevo a fare, sta nell'attuale mancanza in BuzzMetrics (per l'Italia) di una valutazione delle fonti "sondate" attribuendo un certo "peso" ai contenuti analizzati, (per esempio in base alla loro visibilità), cosa su cui però stanno attualmente lavorando.
Nonostante questo, penso che BuzzMetrics rimanga tutt'ora una valida ed efficace soluzione, ricordo inoltre che la Forrester Research lo ha nominato come leader mondiale nella misurazione del buzz.

6 apr 2009

Social Media a prova di Terremoto - parte 2

Dopo circa un paio d'ore dalla pubblicazione del mio post "Social Media a prova di Terremoto", vi è stata un'altra scossa sismica ben più violenta che ha avuto come epicentro l'Abruzzo, circa a 10 km dall'Aquila.
Le conseguenze di questo epilogo sono davvero disastrose e la questione sta ricevendo, giustamente, l'attenzione globale da parte dei media (vedi per esempio the New York Times).
Le informazioni stanno "circolando" continuamente, ma più passa il tempo e più il bilancio si fa pesante; la situazione è drammatica per migliaia di persone che hanno subito danni alle proprie abitazioni e nei casi peggiori hanno perso parte della propria famiglia.



I social media in questo caso stanno ricoprendo un ruolo importante; oltre a far circolare numerosissime testimonianze di video (per esempio in YouTube) e foto che documentano quanto accaduto, stanno sensibilizzando le persone.


Per esempio, nelle ultime ore, stanno nascendo numerosissimi gruppi in Facebook legati all'accaduto, che spero porteranno direttamente o indirettamente ad una solidale e sostanziosa raccolta di fondi a sostenimento del disastro.

5 apr 2009

Social Media a prova di Terremoto

Poche ore fa, si è verificata una scossa sismica il cui epicentro sembra stanziarsi a non più di venti chilometri da dove mi trovo ancora in questo momento.
Ero su Facebook e stavo valutando se aderire o meno ad un evento cui ero stato invitato. Ad un certo punto il mio laptop ha iniziato ad "ondulare", così anche tutto ciò che mi circonda e ho esclamato: "Ca**o, il terremoto!!!".
Senza neanche pensarci, ho postato sul mio stato in Facebook e Twitter quello che era appena successo, ovvero:


Non so perchè, mi è venuto spontaneo, come se avessi voluto condividere questo improvviso e sporadico evento anche con chi non si trovava con me in quell'istante.
Dopo poco, ho notato che non ero l'unico ad aver condiviso l'accaduto, ma molte altre persone hanno iniziato a postare messaggi, sulle medesime piattaforme, riguardante il
loro stato d'animo e link a siti che pian piano hanno iniziato a fornire dati e informazioni aggiuntive su quello che era successo.
Bisogna anche considerare il fatto che sia accaduto di domenica sera e che se magari fosse successo la stessa mattina o a notte inoltrata, la ripercussione sulla rete di tale evento sarebbe stato forse quasi nullo.

Ho anche trovato il commento di una persona che si lamentava del fatto che tutti stessero continuando a postare riguardo al terremoto:


Non c'è che dire, è appena successo qualcosa, ma un qualcosa che va oltre al terremoto in sè e che si è manifestato sul nostro modo di interagire e comunicare.
Questo, rappresenta un caso "locale" di quello che per esempio a livello globale è accaduto il 24 fabbraio 2009 a molti dei fruitori di Gmail (la posta elettronica di casa Google). Per più di tre ore, il servizio è andato in black out e persone da tutto il mondo hanno condiviso il problema "postandolo" su Twitter (vedi articolo preso da ilSole24Ore).

2 apr 2009

La decentralizzazione dei Social Media

In una interessante intervista a Clay Shirky (Guru del Web), pubblicata da Wired italia, viene messo in luce quanto i social media siano un emergente scenario collaborativo in grado di riflettere concretamente anche nella vita reale.
Ecclatante il caso citato, relativo alle elezioni presidenziali stutunitensi del 2008 che si sono tenute pochi mesi fa; entambe le parti avevano ben chiaro quanto fosse diffuso e popolare l'utilizzo di questi media, ma solo una delle due ne ha colto le dinamiche e i meccanismi tali da trarne vantaggio, contribuendo in modo determinante alla vittoria delle elezioni.


La decentralizzazione del potere sull'informazione è uno dei temi che si affiancano ai Social Media e bisogna stare bene attenti a non dimenticare questo concetto che è ormai alla base delle relazioni online.
Questo, ovviamente, non vale solo per la politica, ma anche per il business; ormai la comunicazione online deve essere sostenuta da concetti come la trasparenza, la veridicità e la collaborazione che, a mio parere, non potranno che portare benifici.
Bisogna ascoltare gli utenti, renderli partecipi e fare tesoro del loro contributo, non imporsi a tutti costi, ma favorire le condizioni per un dialogo aperto e costruttivo.
Questo stravolge notevolmente i tradizionali sistemi di approccio al mercato, passando da un'ottica push, ovvero spingendo l'offerta sui clienti con ogni mezzo a disposizione ad un ottica pull dove invece è il cliente che si espone se interessato e decide di interfacciarsi liberamente con l'azienda.
Proprio su questa tematica, vi segnalo un simpatico video che mette in luce una visione di questa "rivoluzione", rapportando il marketing tradizionale con quello non convenzionale.


Ovviamente non basta aprire un blog per passare ad un approccio pull, ma si devono riprendere in considerazione strategie, processi ed elementi organizzativi mettendo tutto in discussione, cercando di capire se ciò che fino a ieri veniva considerato efficace e consolidato possa oggi essere mantenuto, riadattato o magari debba essere sostituito.

1 apr 2009

Misura il tuo "Grader"

Grader.com rappresenta una famiglia di strumenti (attualmente cinque), offerti, creati e gestiti dalla HubSpot (compagnia americana specializzata in Internet Marketing), orientati a valutare e a migliorare l'efficacia in attività di Inbound Marketing.
Gli strumenti che sto per presentare sono a disposizione per chiunque li voglia sfruttare senza dover far fronte a pagamenti, ecco perchè penso possano rivelarsi una buona opportunità per piccole e medie realtà che non hanno a disposizione troppe risorse da dedicare a questo genere di analisi.
Gli strumenti messi a disposizione sono i seguenti:
1) Website.Grader.com: applicazione in grado di definire dal punto di vista marketing l'efficacia di un sito web (vedi report di esempio), prendendo in considerazione diversi elementi: visite al sito, popolarità, seo e altri fattori tecnici. Lo strumento offre anche consigli su come ottimizzare il sito analizzato.
2) PressRelease.Grader.com: valuta "comunicati" (articoli) fornendo una valutazione dal punto di vista marketing; ecco un video dimostrativo:


3) Twitter.Grader.com: valutazione di un account Twitter, (vedi esempio del mio account).
4) Facebook.Grader.com: valutazione di un profilo personale (vedi immagine sottostante) o di un profilo pubblico in Facebbok.

Clicca sull'immagine per ingrandire

5) Personality.Grader.com: introdotto poche ore fa, valuta la "personalità online" di singoli utenti.
Strumenti come questi possono rivelarsi utili offrendo una più chiara visione sull'efficacia (visiblità, catching, popolarità, etc..) di una certa "presenza" sul web e monitorando periodicamente i risultati, si potranno anche valutare eventuali progressi.

24 mar 2009

YouTube per il Business

Oggigiorno rappresenta di certo la piattaforma di condivisione video più popolata di tutto il web, con i suoi 200.000.000 di utenti unici al mese.
Quello che YouTube offre, è la possibilità per chiunque di gestire un vero e proprio canale video, apportando ogni sorta di contenuto, ovviamente nel rispetto delle regole imposte.


Il canale YouTube è il mezzo attraverso cui ogni utente, oltre ad apportare video, ha la possibilità di interagire con gli altri membri della piattaforma e con i loro contenuti. Vediamo ora quali soluzioni dedicate YouTube mette a disposizione per aziende, privati e chiunque altro abbia intenzione di cogliere le opportunità di questo mondo.

BRAND CHANNEL
Strutturalmente simili ad un canale normale, i Brand Channel sono caratterizzati da elementi grafici personalizzabili e da funzionalità dedicate. E' possibile infatti apportare ontenuti editoriali, link "bannerizzati" verso un proprio sito web e molto altro; se volete approfondire: "Creazione di un canale brand".
Poter sfruttare i privilegi di un YouTube Brand Channel non è certo alla portata di tutti, infatti i costi per usufruire di tale servizio sono piuttosto alti, come si può notare da questo "listino" (seppur faccia riferimento ai soli StatiUniti).



Ho riportato alcuni esempi di Brand Channel relativi a differenti aree d'interesse, in modo tale da dare un'idea di quanto YouTube sia considerato uno tra i principali strumenti di comunicazione video a prescindere di ciò che si voglia trattare:
No profit: WWF Italia, Save the Children Italia, World Food Programme ...
Musica: Fabri Fibra, Eros Ramazzotti, Lorenzo Jovanotti ...
Sport: Sampdoria WebTV, Inter, Superbike ...
Intrattenimento: XFactorItalia, Radio105Network, EaglePictures ...
Reti Televisive: RAI, La7, Odeon ...
Informazione: RaiNews24, StaffGrillo, QuotidianoNet ...
Prodotti di Consumo: Emporio Armani Parfums, Diesel, Enel ...
Religione: The Vatican ...
Politica: Camera dei deputati, Barack Obama, ...
Grande distribuzione: MediaWorld Channel, IKEA, ...

ORGANIZZAZIONE DI UN CONCORSO
Conosciuti come contest, consistono in competizioni organizzate esclusivamente da coloro che gestiscono un BrandChannel. A questi concorsi può aderire chiunque abbia voglia di condividere la propria creatività con la realizzazione di un video il cui oggetto deve essere specificato nel bando di concorso. Tutti i contest hanno una data di inizio e una di fine, periodo nel quale i partecipanti potranno apportare contenuti che verranno valutati dagli utenti, riuscendo così ad individuare a fine concorso un vincitore che verrà ricompensato secondo quanto definito dallo stesso bando.
I contest sono un ottimo strumento per rinforzare il rapporto con parte della community, coinvolgendo direttamente utenti il cui unico desiderio potrebbe semplicemente essere quello di farsi notare o di divertirsi nella creazione di uno spot. Per approfondire: "Organizzazione di un concorso".

ANNUNCI
Rappresentano una serie di soluzioni dedicate per fare "esplicito" marketing su YouTube.
Alcune di queste sono attive solo per gli Stati Uniti, ovvero:
- Annuncio video di YouTube a riproduzione automatica standard;
- Annuncio video di YouTube click-to-play standard;
- Annuncio video di YouTube espandibile a riproduzione automatica;
- Annuncio video di YouTube espandibile click-to-play;
- Unità masthead sulla home page;
Altre invece sono accessibili anche al "resto del mondo", Italia compresa:
- Annunci banner standard;
- Annunci Rich Media;
- Annunci InVideo su YouTube;

"PARTNER PROGRAM"
Per chi apporta frequentemente video di successo (visti da migliaia di persone), YouTube ha istituito un "Partner Program" offrendo la possibilità ai rispettivi canali di guadagnare grazie ai loro numerosi spettatori. Non tutti però hanno la possibilità di accedere a questo programma, vengono accettati solo i canali che secondo YouTube rispettano i criteri voluti.

Ovviamente tutte queste soluzioni potrebbero rivelarsi forse un po' troppo per piccole o medie realtà aziendali, ricordo che comunque un qualsiasi canale YouTube base, rimane un'ottima soluzione per chiunque voglia condividere contenuti video (pubblicità, interviste, spettacoli, eventi, etc..), dando loro visibilità. L'importante è creare video interessanti, ovvero che siano in grado di attirare e stimolare l'attenzione degli utenti.
Ecco alcuni link che potrebbero esservi utili: "Ottimizzazione video caricati", "Guida YouTube", "YouTube sul tuo sito", "TestTube", "Strumenti per sviluppatori", "AdvertiseChannel".

19 mar 2009

"Orecchie aperte" sul Word of Mouth

Per Word of Mouth (in italiano passaparola), si intende la diffusione di informazioni tra persone. Se originariamente era rivolto al solo dialogo vocale, oggi è qualcosa di molto più articolato, grazie alle tecnologie che disponiamo come l'e-mail, la chat, i blog etc..
Internet grazie in particolar modo al web 2.0, rappresenta una vera e propria autostrada del passaparola, offrendo una miriade di soluzioni per interagire e incentivando la propagazione di questa "attività".
Milioni e milioni di persone comunicano ogni giorno tra di loro direttamente e indirettamente attraverso internet, scambiando idee, pareri e valutazioni, raccontando proprie esperienze, condividendo punti di vista riguardo a tutto ciò che vivono fuori e dentro la rete.
Questa condivisione di idee, pareri, giudizi etc. viene definito Buzz ovvero mormorio (brusio) e ha la potenzialità di dare rilievo e visibilità a tutto ciò che viene trattato.
Tanto per rendere il concetto più tangibile, poniamo l'esempio dei blog; ogni post che viene scritto su un qualsiasi argomento, rappresenta un passaparola che entrerà a far parte di quel brusio tale da enfatizzare (positivamente o negativamente) l'argomento in questione, dandogli una certa visibilità (sulla rete).
Per argomento, intendo l'oggetto del passaparola che può trattarsi di una tematica generica, ma può anche far riferimento a specifiche realtà, offrendo a coloro che popolano la rete una certa visione sulle stesse.
Prendendo in considerazioni alcuni dati riportati dall'Osservatorio Multicanalità (un'iniziativa lanciata da Nielsen, Nielsen Online, Connexia e School of Management del Politecnico di Milano), emerge quanto i consumatori siano sempre più orientati a consultare ciò che le persone "dicono in rete" (Word of Mouth) prima di effettuare un acquisto nei confronti di un prodotto o servizio offerto.
Da questo è facile capire quanto questo fenomeno possa risultare strategico in una realtà commerciale che sarà indotta (se gia non lo è) a prendere atto di ciò che si mormora sulla rete, cercando di ottenere condizioni tali da poter indirizzare i consumatori verso di se.
Esistono anche alcuni strumenti per riuscire a monitorare questi Buzz in modo tale da ottenere una visione più completa riguardo a come si è visti sulla rete.
Alcuni di questi sono rivolti al "mormorio" prodotto su specifiche piattaforme di interazione, altri invece, più sofisticati, sono in grado di dare una visione più completa, rivolta alla rete intera (social networks, blogs, forum etc..). Ecco alcuni esempi:
- BuzzMetrics Services (by Nielsen Online);
- Trackur;
- Techrigy;
- Radian6;
- Visible Technologies;
- ...
Gli strumenti appena elencati sono molto sofisticati e di conseguenza piuttosto costosi, adatti principalmente alle esigenze di grandi aziende che hanno necessità di monitorare il Buzz, costantemente e su larga scala. Piccole e medie realtà (nella maggior parte dei casi) possono limitarsi ad usare gli strumenti di ricerca che trovano sulle singole piattaforme di condivisione o attraverso tradizionali motori di ricerca.
Monitorare il fenomeno, non significa però averne il controllo, soprattutto considerando il fatto che non vi è possibilità di veicolarlo (almeno in parte). Questa caratteristica va pienamente a favore dei consumatori che hanno la potenza di esprimere liberamente le proprie idee disponendo così di una visione più trasparente.
Si è vero, vi è la questione riguardo a blogger pagati da aziende per pubblicizzare determinati prodotti o servizi, ma questo non impedisce a chiunque altro di controbattere o di dire il vero nel caso si dicano falsità; è quindi molto difficile far passare una cosa per un altra, senza che nessun'altro intervenga.
Caso ecclatante sono i Review Site o i Rating Site, ovvero siti che offrono la possibilità agli utenti di volutare liberamente qualsiasi cosa: persone, aziende, prodotti o servizi a seconda di quale sia l'oggetto del sito in questione (vedi per esempio TripAdvisor incentrato sulla valutazione di accomodazioni turistiche).
Infine alcuni consigli su come comportarsi per riuscire ad ottenere a proprio vantaggio un passaparola positivo:
- Trasparenza nelle azioni e in ciò che si offre (mai omettere informazioni che l'utente dovrebbe sapere);
- Veridicità nei contenuti e nelle notizie che si diffondono;
- Sfruttare i Buzz negativi, ma veri come spunto per ottimizzare e migliorare ciò che si offre;
- Rispondere ai Buzz negativi, ma falsi dimostrando il contrario ed esponendo il proprio punto di vista;
- Dare riconoscenza a chi parla bene di voi (che può essere anche solo un grazie o magari un "buono sconto", dipende dai casi);
- Se si decide di apportare giudizi positivi sul proprio conto fingendosi (o pagando) terze parti, puntare sull'enfatizzare aspetti veritieri, se anche magari pochi, piuttosto che esagerare con falsità o inesattezze.

17 mar 2009

Inbound Marketing: farsi trovare dai clienti

Non si tratta di una nuova tecnologia, bensì di un nuovo approccio nel fare marketing, che si differenzia da quello tradizionale (outbound marketing) focalizzandosi non più sulla ricerca di clienti, quanto nel farsi trovare dagli stessi.
Nel marketing tradizionale rientrano tutte quelle attività, quali per esempio: pubblicità televisiva e radiofonica, cold calling, opuscoli pubblicitari inviati nelle case, le fiere, lo spam via e-mail, etc..
Tutte tecniche che molto spesso (non sempre) possono risultare invadenti (interrompendo ciò che fanno le persone) ed essere rivolte ad un pubblico generico (non targettizzato), quindi considerando anche i costi che queste comportano, il ritorno non sempre risulta essere soddisfacente.


L'Inbound Marketing invece verte in sostanza su 3 componenti dominanti, ovvero:
1) Contenuti: la materia prima, ciò che deve attirare l'attenzione dei clienti (e/o potenziali c.);
2) Search Engining Optimization (e SMO): tecniche per facilitare i clienti (e/o potenziali c.) nel trovare i contenuti - un esempio: aumentare la visibilità del proprio sito web sui motori di ricerca, ma non solo;
3) Social Media: tutte quelle piattafome usate per diffondere ed enfatizzare i contenuti, che acquisiranno ulteriore valore grazie all'interazione con i clienti (e/o potenziali c.).
Tutte componenenti strettamente legate tra loro e che devono essere gestite con trasparenza, veridicità e costanza.


I risultati che si otterranno saranno di certo qualitativamente migliori, rispetto ad un approccio Outbound, nel senso che oltre a dover sostenere costi di gran lunga inferiori (a parità di risultato), si riuscirà a raggiungere, anzi ad essere raggiunti da coloro che hanno interesse, non interrompendo le loro azioni, ma anzi instaurando un canale comunicativo voluto e bidirezionale.

16 mar 2009

Sfruttare Facebook senza esserci dentro

Premettendo che voler adottare Facebook per la propria attività, senza averlo mai provato, non penso possa rivelarsi una grande "mossa", salvo che non vi sia qualcun'altro a guidarvi. Come in tutti i social media, anche in Facebook, seppur ci si è dentro non sempre è facile riuscire ad avere una visione completa su come le persone interagiscono e su quali dinamiche ci si potrebbe concentrare, anche per il fatto che questi ambienti sono in costante evoluzione (beta perpetuo); figuriamoci se non ci si è mai entrati dentro cosa si possa capire.
Comunque sia, Facebook permette di creare e gestire pagine pubbliche e campagne pubblicitarie, richiedendo solamente una e-mail, una password e una data di nascita, concedendo così l'usufrutto di un cosiddetto "business account".
Per poter sfruttare questa tipologia di account, seguendo un percorso guidato bisogna prima creare una pagina o una inserzione pubblicitaria, il cui processo di creazione terminerà con la richiesta dei dati citati. Ecco un paio di link che vi guideranno:
Creazione pagina --> http://www.facebook.com/pages/create.php
Creazione pubblicità --> http://www.facebook.com/ads/create/
Chiunque disponga gia di un account personale, non ha modo di crearne uno business, e probabilmente neanche l'esigenza visto che è in grado di poter far fronte a tutto quello che può l'altro; oltre al fatto che i Termini di Utilizzo permettono ad ogni individuo l'adozione di un unico account, caso contrario, si rischia di essere "buttati fuori" dalla piattaforma.
Un account business non ha la possibilità di crearsi un network di contatti e neanche di essere individuato con lo strumento di ricerca, dispone solamente di un accesso al sito limitato a ciò che riguarda la propria pagina o la propria inserzione creata.
Per trasformare un account business in un account personale bisogna seguire una piccola e facile procedura nella quale si richiedono le informazioni mancanti, bisogna però ricordarsi che non sarà più possibile tornare indietro; Facebook infatti non permette di trasformare un account personale in uno business.

9 mar 2009

Presenziare Facebook

Molte sono le realtà aziendali e non, che hanno preso parte sulla piattaforma social network più discussa del momento, anche se come si può ben notare non tutti hanno chiaro come vada sfruttata e cosa sia possibile fare.
I motivi per cui un'azienda (o una qualsiasi organizzazione, ente, etc..) possa essere interessata ad entrare su Facebook, sono innumerevoli e a seconda di quali siano le esigenze e gli obiettivi, sarà possibile scegliere l'approccio ottimale.
Per coloro che provengono da un ambiente MySpace (ma non solo), il modo più "automatico" di apparire sulla piattaforma, è quello di creare un account con la denominazione del proprio brand, della propria attività o del proprio servizio/prodotto offerto.
Apparire in Facebook, sfruttando un profilo utente, può di certo avere dei riscontri positivi, potendo accedere a tutti i dati e alle informazioni che i rispettivi contatti apportano al loro profilo, ma proprio questa peculiarità potrebbe rivelarsi troppo invadente per alcuni utenti, rischiando così di allontanarli. Questo è comprensibile anche per il fatto che dietro ad un account "brandizzato" potrebbe "nascondersi" chiunque.
Facebook riserva alle aziende (ma non solo) profili dedicati comunemente chiamati "pagine Facebook" o "profili pubblici" con cui gli utenti possono instaurare una relazione diventandone "fan", senza che chi gestisce la pagina abbia accesso alle loro informazioni personali.
Per dare ufficialità alle pagine, Facebook pone una clausula alla loro creazione, ovvero:
"Solo un rappresentante autorizzato di una marca, organizzazione o persona può creare una pagina Facebook per tale soggetto. Le pagine false e le pagine dei fan non ufficiali violano le nostre Condizioni d'uso. La creazione di pagine non autorizzate o la violazione delle nostre Condizioni d'uso può comportare la chiusura dell'account della persona responsabile."
Le pagine sono di certo la soluzione più adatta per creare un legame diretto nei confronti di un pubblico, attraverso queste è possibile apportare varie tipologie di contenuti (interni o esterni alla piattaforma), sfruttando le innumerevoli applicazioni liberamente fruibili o creandone di nuove, per specifiche necessità.
Da pochi giorni, le pagine Facebook, hanno subito grossi cambiamenti (assomigliando sempre più ai profili personali) e alcune delle novità non sono ancora visibili; se volete approfondire:

La creazione di un gruppo, rappresenta un altro interessante approccio, ma che non deve essere adottato come strumento di presentazione, offrendo limitate possibilità in questa direzione. Questo mezzo di aggregazione è destinato ad incentivare e a stimolare l'interazione tra gli utenti, volta ad uno specifico argomento deciso ed imposto dal creatore e dagli amministratore del gruppo.
Qualunque sia la strada che si voglia prendere è bene crearsi un proprio account personale, in modo da poter capire, gestire, testare e intraprendere l'approccio che maggiormente rispecchia le proprie esigenze.

3 mar 2009

Customer Feedback Forum

Come potrete notare, da oggi sul lato sinistro di questo stesso blog, vi è una piccola icona rossa con la scritta "feedback" in bianco. Quella che vi sto per presentare è una applicazione creata dalla Uservoice (società californiana), il cui scopo è quello di fornire un sistema dinamico e utile per la gestione dei feed rilasciati dagli utenti.
In poche parole, permette di creare uno spazio di interazione nei confronti di un certo pubblico, voglioso di "collaborare" con l'azienda o con chiunque altro abbia adottato il servizio sul proprio website. Questo spazio viene definito "Feedback Forum" e gli elementi principali che lo compongono sono: il tema generale (su cui verterà l'intero feedback), le idee apportate dagli utenti, i commenti (relativi ad ogni singola idea proposta) e i voti alle idee (da 0 a 3) .


In questo modo, si potrà utilizzare la piattaforma per richiedere pareri, consigli e proposte agli utenti, sfruttando la loro collaborazione in modo da migliorare i servizi e/o i prodotti offerti.
I commenti e i voti sono elementi molto importanti perchè danno peso e valore alle idee proposte, in modo da riuscire ad avere sempre una sorta di scala prioritaria.
Attualmente il servizio non è disponibile in lingua italiana, ma è piuttosto facile ed intuitivo da usare; è possibile inoltre scegliere tra varie tipologie di account, a seconda delle esigenze (l'unico non a pagamento è quello base che prevede l'utilizzo di un solo forum con un massimo di 500 voti mensili).
Gli utenti che intendo apportare il proprio contributo sono tenuti a logarsi o mediate una classica form di registrazione oppure sfruttando i dati di accesso relativi ad altre piattaforme come Facebook, MySpace, AOL, etc, in modo da rendere l'utilizzo del servizio, più veloce e meno "impegnativo".


Penso che strumenti come questo verranno presi in considerazione sempre più, optando così verso una qualità del feedback ottenuto, piuttosto che sulla quantità.
Oltre a quello che ho predisposto per questo blog, a cui potrete accedere cliccando qui a sinistra, vi linko un'altro esempio a cui dare un'occhiata, ovvero una demo predisposta dalla UserVoice.

2 mar 2009

Parola d'ordine: Condividere

"Segnala ad un amico", "Dillo ad un amico" o "Invia ad un amico" sono messaggi che probabilmente col passare del tempo verranno dimenticati dal web, anche se attualmente è facile vederne ancora.
Spesso affiancati ad articoli, post (nei blog), fotografie, video o qualsiasi contenuto sia a disposizione sul web, sono stati i "pulsanti" che fino ad oggi ci hanno permesso di segnalare ad uno o più amici una certa informazione attraverso l'ausilio della posta elettronica.
Tutto questo è reso possibile seguendo una breve procedura che di solito consiste nel cliccare sull'icona in questione e compilare una form con nome e e-mail del destinatario e del mittente per poi aggiungere eventuali commenti alla notizia.
Lo strumento in questione è ancora pienamente funzionale visto che tutti continuano ad usare l'e-mail e di certo questo facilita e velocizza l'invio e la propagazione di informazioni.
Ma perchè quindi questo utile strumento dovrebbe scomparire?
In realtà non sta scomparendo, ma sta evolvendo in strumenti di nuova generazione che permettono di condividere contenuti su piattaforme social media (Social Networks, Bookmarking, Blog, etc...), innescando una esponenziale propagazione informativa.
Questo vuol dire che se io per esempio condivido sul mio profilo Facebook una certa notizia è perchè penso che oltre che a me possa essere d'interesse ad alcuni dei miei contatti, senza doverli selezionare a priori.


L'elemento da me condiviso verrà notificato in modo automatico attraverso un feed, all'intero mio network di amici, ma ovviamente riceverà le attenzioni solo di alcuni che a loro volta potrebbero però essere spinti per gli stessi motivi a condividere tale notizia con i rispettivi contatti.
I vantaggi che si ottengono adottando tali strumenti per la condivisione di contenuti sono:
- Facilitare e incentivare l'utente a condividere;
- Dare maggiore visibilità al contenuto stesso;
- Favorire nuovo traffico nei confronti del sito che ospita i contenuti (Social Media Optimization);
- Dare visibilità a chi ha generato il contenuto (Brand Management per le aziende).
In un'ottica di marketing, questi strumenti di condivisione, possono anche rivelarsi strategici e talvolta fondamentali per far fronte alle esigenze e al modo di usare la rete dei propri stakeholder.
Quelli che ho definito strumenti di condivisione, in realtà sono sostanzialmente "link" che portano in modo dinamico alle rispettive piattaforme Social Media preimpostate per la condivisione di contenuti.


Per facilitare tutto ciò e per dare la possibilità agli utenti di condividere i contenuti su di una più alta varietà di piattaforme, sono a disposizione sulla rete alcuni strumenti in grado di aggregare una moltitudine di questi "link", eccone alcuni esempi: AddThis (che ho adottato in questo blog), ShareThis e Grouptivitiy.

27 feb 2009

Alla conquista della Coda Lunga

Il concetto di Coda Lunga, meglio conosciuto come "The Long Tail", è stato introdotto da Chris Anderson, laureato in fisica, giornalista, redattore capo di Wired Magazine e ricercatore. Dopo anni di lavoro, analizzando numerosi casi arrivò a sviluppare la teoria relativa all’argomento, sulla quale ha scritto anche un libro nel 2006, intitolato "The Long Tail: Why the Future of Business is Selling Less of More" (versione italiana: La Coda Lunga: da un mercato di massa a una massa di mercati).
Ecco a voi una breve citazione presa da quel libro, a mio parere molto significativa:
(..) la nostra cultura e la nostra economia si stanno affrancando dall'importanza attribuita a un numero relativamente esiguo di hit (prodotti e mercati main stream), posizionati sulla testa della curva di domanda e si stanno spostando verso un lungo numero di nicchie collocate sulla coda.
La possibilità di raggiungere le nicchie sulla coda della domanda è strettamente collegata a quello che oggi internet è diventato e alle opportunità che offre ai suoi milioni di fruitori.
Uno dei dipendenti di Amazon descrisse la coda lunga in questo modo: “Oggi abbiamo venduto più libri tra quelli che ieri non sono affatto andati, di quanti ne abbiamo venduti tra quelli che ieri sono andati”. Questo sta a significare che i prodotti giacenti sulla coda, possono singolarmente non avere un grosso potenziale, ma che se invece vengono visti nel complesso, possono aver molto più valore rispetto a quanto ne abbiano quei pochi sulla testa.
Ciò non vale solo per politiche di vendita, quanto anche ad opportunità legate alla fruizione di servizi, vedi per esempio il caso dell'Enciclopedia Britannica nei confronti di Wikipedia il cui successo è collegato ad una serie di dinamiche, tra cui anche quella della coda lunga, ovvero al fatto che la maggior parte degli utenti preferisce una raccolta di voci più ampia e immediata, seppur dai contenuti incerti, che una enciclopedia con meno voci ma controllate dettagliatamente da studiosi o ricercatori.


Quello che i Social Media possono offrire in questa direzione, lo si può identificare come una serie di opportunità derivanti dal poter conquistare le nicchie, ovvero una serie infinita di piccoli gruppi di persone legate tra loro da interessi comuni e dalla voglia di condividere. E' possibile infatti rivolgersi a queste in modo diretto e soprattutto non forzato ma voluto dai singoli stessi, in modo da rendere la comunicazione reciproca e favorevole ad entrambe le parti.

26 feb 2009

Una "Social Media Map"

Ogni qualvolta ci si trovi in un posto nuovo, disporre di una mappa serve ad orientarsi e a capire dove poter andare. Quella che sto per illustrare, non è di certo una mappa geografica, quanto più una mappa concettuale di quali siano i Social Media (tool e website) attualmente in "circolazione".

La mappa è disponibile sul sito dell'azienda ideatrice, ovvero la Overdrive Interactive (di Boston) che si occupa di servizi per il marketing. Questa pare sia una versione provvisoria e che presto ne uscirà una versione online più completa.
Molto utile è la suddicisione per tipologie che è stata fatta:
- Social Networks;
- Lifecastings;
- Search Engines;
- B2B Social Networks o Professiona Network Services;
- Photo Sites o Photo Sharing WebSite;
- Social Bookmarking;
- Podcasts;
- Wikis;
- Reviews/Travel;
- Groups o Social Groups;
- Tools/Platforms;
- Blogs;
- MicroBlogging/Texting;
- Video Sites o Video Sharing WebSite.
Questa mappa può rivelarsi una risorsa strategica per una qualsiasi strategia di Social Media Marketing, offrendo una chiara visione di quali siano gli strumenti a disposizione. Ovviamente non basta sapere che esiste una certa piattaforma per poterla sfruttare proficuamente, ma di certo può aprire nuovi orizzonti a nuove opportunità.

25 feb 2009

Dal Web 2.0 ai Social Media

Difficile iniziare a parlare di Social Media se non si è parlato di Web 2.o e difficile è parlare di Web 2.0 se non si ha mai letto "What is Web 2.o" di Tim O'Reilly, l'articolo illuminante che spiega oltre alle origini di tale denominazione, il suo vero significato.
In questi ultimi due anni, ho sentito ogni sorta di favola riguardo al Web 2.0 che probabilmente hanno contribuito ad enfatizzarne il significato, dando vita ad una vera e propria "2.0 mania".
Ovviamente siamo ancora pienamente coinvolti in questa "web evolution", infatti Web 2.0 non è altro che una evoluzione del Web e di come questo venga usato.
Poniamo un chiaro esempio, preso dall'articolo sopra citato:


Da questa tabella, ovviamente non completa, vengono nominati alcuni strumenti oggi usati quotidianamente da milioni di utenti e che fino a qualche anno fa non erano neanche pensabili, non tanto per la loro struttura gestionale e neanche per il loro funzionamento particolarmente complesso, ma per il valore che hanno ormai acquisito.
Maggiore è il numero delle persone che usufruiscono di una stessa rete, maggiore sarà il valore della rete stessa. Questo concetto vale ovviamente per qualsiasi tecnologia comunicativa (telefono, fax, e-mail, etc..), ma i Social Media hanno un qualcosa in più che a mio parere è identificabile nel concetto di Condivisione (sharing).
Questi "nuovi" media permettono infatti di condividere ogni sorta di informazione digitalizzabile con chiunque abbia un accesso alla rete internet.
E' gia, oggi sembra davvero una questione banale e scontata, ma non tutti ancora la pensano così e non tutti riescono a dare senso a questo volontario "movimento" di condivisione.



Ho voluto concludere con questo ormai "vecchio" video YouTube che a mio parere continua ad essere una tra le più significative interpretazioni multimediali di quello che è il Web 2.0, o di come, gli utenti rappresentino il vero "motore" del Web odierno.